Il 1926 fu un anno significativo per Napoli, segnato da importanti cambiamenti amministrativi e sociali durante il periodo del regime fascista. Ecco alcuni punti salienti:
Amministrazione e Grande Napoli: Uno degli eventi più importanti fu la creazione della "Grande Napoli". Attraverso il Regio%20Decreto legge n. 2693 del 1926, numerosi comuni limitrofi furono aggregati al comune di Napoli. Questo portò ad un'espansione territoriale e demografica significativa della città. I comuni annessi includevano Barra, Ponticelli, San Giovanni a Teduccio, Secondigliano, Scampia, Chiaiano, Marianella, Piscinola, Vomero, Arenella e Posillipo.
Fascismo: Il regime%20fascista era saldamente al potere in Italia e Napoli, come il resto del paese, ne risentiva fortemente. Furono introdotte politiche volte a centralizzare il potere e a sopprimere l'opposizione politica. La vita sociale e culturale era gradualmente influenzata dall'ideologia fascista.
Economia: L'economia napoletana nel 1926 risentiva ancora delle conseguenze della prima%20guerra%20mondiale. Il regime fascista cercava di promuovere l'industrializzazione e l'autarchia, ma la città rimaneva caratterizzata da forti contrasti sociali e da una diffusa povertà.
Società: La società%20napoletana del 1926 era un crogiolo di tradizioni, folklore e difficoltà economiche. La criminalità organizzata, in particolare la camorra, continuava a rappresentare un problema persistente.
Cultura: Nonostante il clima politico oppressivo, la vita culturale napoletana continuava a fiorire, seppur in maniera controllata. Il teatro, la musica e le arti visive resistevano come forme di espressione, seppur soggette alla censura del regime. La canzone%20napoletana, in particolare, manteneva una grande popolarità.
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